Rafforzare la resilienza: il progetto APIS e il conflitto in Sudan

Nell’ambito dell’iniziativa Lotta al cambiamento climatico. Allerta e protezione civile per le inondazioni e le siccità in Sudan – APIS, finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e realizzata dalla Fondazione CIMA, stanno proseguendo le attività dedicate all’avvio di un Early Warning System per monitorare inondazioni e siccità. Il conflitto, che ha interessato il Sudan dal mese di aprile scorso, sta determinando conseguenze umanitarie drammatiche sulla popolazione: 25 milioni di persone hanno bisogni umanitari secondo gli ultimi dati OCHA

Le conseguenze dei cambiamenti climatici non sono uniformi per tutte le regioni del mondo. Oltre a influenzare la frequenza e l’intensità dei fenomeni naturali come inondazioni e siccità, i cambiamenti climatici hanno effetti differenziati in base alla località geografica. Inoltre, colpiscono in modo più grave le comunità più fragili e vulnerabili, aggravando ulteriormente le disparità socio-economiche e aumentando il divario tra chi ha risorse per adattarsi e chi ne è privo.

Il progetto Lotta al cambiamento climatico. Allerta e protezione civile per le inondazioni e le siccità in Sudan – APIS, vede AICS Khartoum e Fondazione CIMA uniti nella collaborazione per realizzare nel Paese un sistema di allertamento per i rischi legati all’acqua.

Il progetto, avviato nel 2022, prevede di lavorare a scala nazionale per migliorare la conoscenza dei rischi del Sudan, rafforzare gli strumenti di monitoraggio e previsione e le competenze tecnico-scientifiche degli esperti locali, favorire il coordinamento inter-istituzionale nell’allerta e gestione delle emergenze e, infine, aumentare la consapevolezza delle istituzioni sui rischi. L’iniziata è in linea con gli obiettivi dell’iniziativa EW4All lanciata dal Segretario delle Nazioni Unite, volta a sviluppare un sistema Early Warning System per garantire la protezione dai rischi meteorologici e climatici della popolazione mondiale.

AICS e Fondazione CIMA si propongono di rafforzare la gestione dei rischi in Sudan, in particolare per quanto riguarda forti piogge, alluvioni e siccità. Il conflitto che ha interessato il Paese a partire dal 15 aprile 2023 ha profondamente cambiato lo scenario delle attività, rendendone la realizzazione ben più complessa a fronte delle nuove criticità emerse. Si rende oggi urgente lavorare per dare continuità alle attività di protezione civile e alle operazioni umanitarie nel Paese: il conflitto aggrava i rischi cui sono esposte la popolazione sfollate e le comunità ospitanti e limita le le capacità delle autorità preposte in termini di logistica, disponibilità di personale e di infrastrutture.

Come muoversi in questo contesto?

AICS Khartoum e Fondazione CIMA stanno collaborando per implementare strumenti di monitoraggio e previsione in tempo reale dell’impatto degli eventi estremi sulla popolazione sudanese, con l’obiettivo di supportare l’emergenza umanitaria. L’obiettivo è rafforzare il network regionale di strumenti e connessioni per garantire la continuità dei servizi di allertamento.

Tre le principali linee d’intervento messe in atto: assicurare la continuità dei servizi di monitoraggio e previsione degli eventi climatici estremi, fornendo supporto alle autorità nazionali grazie ai partner regionali; sostenere il National Council for Civil Defence (NCCD) sudanese nella gestione e nel coordinamento del rischio di alluvioni e siccità; e, infine, rafforzare le capacità di coordinamento umanitario in un contesto emergenziale.

Per quest’ultima azione, in particolare, è stato possibile avvalersi da una parte dell’esperienza maturata da Fondazione CIMA in altri contesti di conflitto (come avvenuto, nell’ambito del progetto PPRD EAST 3, in Ucraina) e, dall’altra, della rete African Multi-Hazard Early Warning and Action System (AMHEWAS). Fondazione CIMA, in collaborazione con i partner di progetto, ha sviluppato e divulga da agosto 2023 il bollettino Impact-Based Forecast (IBF) che fornisce informazioni sulle condizioni meteoidrologiche a livello nazionale. Il bollettino, condiviso con le organizzazioni operanti nel contesto di emergenza, si concentra sugli aspetti che più influenzano le attività umanitarie, quali logistica (trasporti e spostamenti di beni e mezzi), estremi meteorologici, presenza di gli sfollati presso le comunità ospitanti, localizzazione di cliniche mobile e non e infrastrutture umanitarie (centri di salute e centri di accoglienza e shelter).

Inizialmente, l’iniziativa prevedeva il trasferimento di tecnologia hardware per avviare la raccolta dati, ma data l’impossibilità di operare sul territorio per il conflitto in corso, il sistema di raccolta dati è stato eseguito con sistemi Cloud, rendendo possibile il ripristino della previsione e dell’allerta in tempo per la stagione delle piogge, tra giugno e luglio.

In un contesto d’instabilità politica, difficoltà economiche e rischio legato ai cambiamenti climatici, la resilienza dimostrata dai colleghi è stata fonte di ispirazione e motivazione per unire gli sforzi nel fornire un supporto coordinato nelle iniziative attuali e future. A oggi, consideriamo di primaria importanza fornire un supporto tecnico e finanziario continuo per l’attuazione del piano di soccorso meteorologico e climatico dell’Autorità Meteorologica del Sudan per il ripristino dei servizi fondamentali. Il sostegno è cruciale soprattutto in vista della prossima stagione delle piogge, e sarà reso possibile grazie alla collaborazione con i partner regionali. Inoltre, Fondazione CIMA si impegnerà attivamente per facilitare il coordinamento tra gli attori coinvolti attraverso la rete AMHEWAS, che lavora per migliorare la versione prototipo del bollettino previsionale basato sugli impatti per eventi meteorologici estremi del Sudan, al fine di garantire una risposta tempestiva ed efficace alle sfide climatiche che il paese affronta.

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