Alluvione in Emilia-Romagna: l’anomalia combinata di cielo e terra

Purtroppo, l’ondata di maltempo prevista si è abbattuta sulla regione Emilia-Romagna, con conseguenze gravi per i territori colpiti dall’evento.

Ma cosa è successo esattamente?

Abbiamo elaborato una prima analisi scientifica che evidenzia che l’anomalia, insieme ai suoi impatti disastrosi, si è verificata per la combinazione fra una precipitazione particolarmente intensa per i territori colpiti (per durata e epoca dell’anno) e lo stato del suolo (anzi, dei suoli), del tutto secchi a causa della prolungata siccità e delle temperature elevate (di cui abbiamo già parlato in passato). Una combinazione di fattori che stiamo osservando sempre più frequentemente nel Mediterraneo, probabilmente a causa dei cambiamenti climatici in atto.

Il pre-evento: la situazione in cielo e in terra

Dal punto di vista meteorologico, nell’ultima settimana di aprile un promontorio anticiclonico ha interessato il bacino occidentale del Mediterraneo (Italia inclusa):

  • il 30 aprile si è verificato il progressivo cedimento dell’alta pressione con il contemporaneo ingresso di aria umida e fredda dall’Atlantico, determinando un progressivo peggioramento del tempo sul Nord-Ovest, in particolare sul Piemonte occidentale
  • il 1° maggio, una saccatura (cioè un valore minimo di pressione atmosferica) dalle Isole Britanniche si è approfondita verso il Golfo del Leone convogliando sulle regioni dell’alto Tirreno masse d’aria instabili e cariche di umidità
  • il 2 maggio, sulle regioni dell’Alto Adriatico si è addensato un intenso flusso di correnti orientali, in particolare sul versante adriatico dell’Appennino Emiliano, che funge da naturale barriera orografica. Abbiamo quindi assistito a un deciso intensificarsi delle precipitazioni.

Ma torniamo a terra: come sappiamo, arriviamo da un periodo particolarmente siccitoso, e le condizioni di saturazione dei suoli antecedenti al 30 aprile erano sostanzialmente secche.

satellite umidita suolo 30 aprile jpg
Figura 1. Immagini satellitari dell’umidità del suolo (30 aprile).

La mappa nella Figura 1 mostra le condizioni di umidità nei giorni precedenti l’evento di precipitazione (30 aprile 2023, stimate da immagini satellitari). Come si può osservare, solamente alcune zone appenniniche presentano condizioni leggermente più umide, mentre la maggior parte dei bacini padani e adriatici sono asciutte.

Durante l’evento: quanta pioggia è caduta?

Come vediamo dalla mappa della precipitazione caduta durante l’evento (Figura 2), la fascia più colpita risulta essere quella pedecollinare (fonte: Arpae), dove i picchi massimi di precipitazione registrati hanno superato i 200 mm nelle 24 ore, con record storici e tempi di ritorno elevati.

satellite precipitazioni emilia romagna maggio 2023 jpg
Figura 2. La mappa delle precipitazioni dalle 00UTC del 1° maggio alle 12:00UTC del 3 maggio, da cui risulta evidente che le zone maggiormente colpite siano il modenese, il bolognese e le zone di Imola, Faenza e Forlì.

Le aree magenta indicano una precipitazione cumulata superiore a 200 mm, caduta principalmente sulle parti montante dei bacini. L’immagine evidenzia come le precipitazioni siano cadute in modo abbondante solo sul versante adriatico della Regione.

pluviometro fontanelice maggio 2023
Figura 3. I dati registrati dal pluviometro a Fontanelice, uno dei comuni più colpiti (dalle 00UTC del 1° maggio alle 12:00UTC del 3 maggio

La precipitazione registrata dal pluviometro “Le Taverne” (Figura 3) a Fontanelice, una delle località più colpite del bolognese, ha raggiunto quasi 280 mm e illustra bene la natura stratiforme dell’evento: precipitazioni a non altissima intensità che però hanno stazionato in modo prolungato sugli stessi bacini. Le misure orarie (istogramma rosso nell’immagine) si attestano intorno a circa 10 mm/h per quasi tutta la giornata del 2 maggio. Tale persistenza nello spazio e nel tempo ha dato luogo ad una risposta elevata dei bacini in termini di portata.

Le esondazioni

L’evento ha colpito principalmente il settore orientale della Regione Emilia-Romagna, interessando i bacini degli affluenti del fiume Reno (Sillaro, 300 km2; Santerno, 700 km2 e Senio, 450 km2), del Lamone (500 km2) e del Montone (750 km2).

modellazione alluvione emilia romagna 2023
Figura 4. La figura mostra la severità dell’evento come modellata dalla catena idrometeorologioca FloodPROOFS (https://www.mdpi.com/2073-4433/12/6/771).

I tratti di fiume colorati di viola e rosso nella Figura 4 sono quelli dove le portate sono state più elevate, dando luogo a esondazioni in più punti del reticolo idrografico, e che abbiamo osservato raramente nel clima di queste zone.

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