preparEU Mapping and Feasibility Study

Di pari passo all’aumento dei disastri provocati dai cambiamenti climatici in Europa, sono aumentate anche le campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte ai cittadini, volte ad accrescere la conoscenza di tali rischi e il livello di preparazione della popolazione. Ma quanto sono efficaci? Sono coerenti e coordinate tra loro? Perseguono gli stessi obiettivi?

Per iniziare a rispondere a queste domande, il progetto preparEU, finanziato da DG-ECHO e portato avanti da Fondazione CIMA, parte da una prima mappatura e valutazione delle diverse iniziative di comunicazione e sensibilizzazione sui rischi naturali, cercando di individuarne punti di forza e debolezza e ipotizzando criteri ed elementi che guidino le strategie e la programmazione di una futura iniziativa paneuropea.

In cosa consiste il progetto?

Aumentare la consapevolezza e la preparazione della cittadinanza, per esempio indicando i corretti comportamenti da seguire in caso di disastro e diffondendo le informazioni scientifiche adatte, sono elementi chiave della mitigazione del rischio. Inoltre, è ormai noto che il coinvolgimento della popolazione svolge un ruolo fondamentale nella gestione del ciclo dell’emergenza, non solo perché favorisce una diffusione delle conoscenze ma anche perché contribuisce a legittimare le decisioni istituzionali e ne favorisce l’accettazione. È in questo senso che operano le campagne di comunicazione e sensibilizzazione del rischio volte ad aumentare la capacità di prevenzione e preparazione della cittadinanza. Tali campagne sono sempre più diffuse in UE, e forniscono dunque moltissimi esempi ed esperienze cui attingere, ma non sono mai state raccolte e analizzate in modo sistematico: questo rende difficile valutarne l’efficacia complessiva e, inoltre, ne impedisce il coordinamento a livello europeo (anche tenendo in considerazione le differenze sociali e culturali).

Per questa ragione, il progetto preparEU Mapping and Feasibility Study, iniziato a luglio 2023 e con termine previsto a marzo 2024, intende mappare le iniziative di comunicazione del rischio portate avanti in UE e gli esempi più significativi extra-UE, dalle quali individuare le buone pratiche che possano eventualmente essere applicate anche a scala europea. Queste ultime saranno analizzate in modo comparativo, per identificarne punti di forza e debolezza e, su queste basi, proporre strategie per le campagne future. I criteri di valutazione seguono i criteri stabiliti sulla base della letteratura scientifica e che mirano a essere comprensibili anche a un pubblico non esperto nel settore della comunicazione (come quello rappresentato dagli operatori di protezione civile).

Quali sono i risultati attesi?

  • Database con le buone pratiche raccolte e classificate
  • Analisi di buone pratiche scalabili a livello di campagna europea
  • Documento di sintesi sulle possibili iniziative di awareness e comunicazione del rischio da portare avanti a livello europeo
  • Presentazione multimediale sui principali risultati e raccomandazioni dello studio

Cosa fa Fondazione CIMA?

Nel corso degli otto mesi di progetto, porteremo avanti la mappatura delle campagne di comunicazione del rischio attraverso la revisione della letteratura in materia, degli studi e delle statistiche e anche attraverso l’analisi dei mass media, selezionando i Paesi più rappresentativi e i sistemi di protezione civile coinvolti. Dalle iniziative selezionate, suddivise per tipologia (per esempio eventi, campagne di awareness, campagne informative ecc.), saranno poi individuate e analizzate, sulla base della “regola delle 5 W” del giornalismo (quando sono state condotte, chi era coinvolto, quali strategie sono state impiegate, perché sono state portate avanti, dove e come), almeno dieci buone pratiche sulla base di criteri ispirati dagli European Union Disaster Goals (che comprendono per esempio la sostenibilità, il tenere in considerazione più di un tipo di rischio, l’inclusività, le caratteristiche evidence-based).
Sulla base dei dati raccolti, passiamo quindi alla fase di valutazione, che prevede innanzitutto un momento di discussione con stakeholder ed esperti nell’ambito della protezione civile, per capire se sarebbero applicabili a scala europea. Quindi, anche attraverso incontri e interviste on line, valuteremo per le buone pratiche individuate i punti di forza e debolezza, il potenziale di replicabilità a scala europea, le risorse necessarie, le implicazioni economico-finanziarie e gli indicatori di monitoraggio ed efficacia.