Un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Fire descrive le caratteristiche e le ultime implementazioni del modello, sviluppato dai ricercatori della Fondazione CIMA e impiegato per la valutazione del rischio e la gestione degli incendi boschivi
Prevedere la possibile dinamica che un incendio può assumere una volta innescato, per quanto affetta da incertezza, è estremamente utile per indirizzare con un certo anticipo tutte quelle operazioni che possono essere messe in atto per evitare che il fuoco impatti sulle persone potenzialmente esposte. In quest’ottica, i modelli matematici possono essere un valido aiuto: PROPAGATOR è un modello sviluppato dai ricercatori della Fondazione CIMA che offre, in termini probabilistici, indicazioni su come un incendio può evolvere in determinate condizioni e in una determinata area. Impiegato da anni in diverse attività di ricerca e test operativi, un recente articolo pubblicato sulla rivista Fire ne descrive nel dettaglio le caratteristiche e le più recenti implementazioni.
Il calcolo probabilistico per simulare un incendio
Come evolve un incendio? Non esiste una risposta univoca, perché sono molti i parametri da tenere in considerazione, e gli incendi sono quindi tutti diversi tra loro. L’umidità dell’aria e del suolo hanno il loro peso, così come il vento, che può spingere il fuoco da una parte oppure dall’altra, a velocità diverse a seconda di quella con cui sta soffiando; anche la pendenza è un parametro che influenza la rapidità e la direzione prevalente di propagazione. E ancora, il tipo di vegetazione presente, che può essere più o meno infiammabile in base non solo alle specie ma anche al loro stato fenologico (in altre parole, lo stadio del ciclo vitale in cui si trovano: per esempio, sono piene di foglie, ricche di acqua? Oppure secche e spoglie?).
Tuttavia, com’è facile intuire, avere una stima di come un incendio si possa comportare, in base ai valori di questi parametri in una data area e in un determinato momento, è un supporto importante per le attività di protezione civile, valutando se e quando il fuoco si può avvicinare a infrastrutture, abitazioni o aree ad alta frequentazione turistica, ma anche per le attività di gestione e contenimento della propagazione del fronte di fiamma.
Il modello PROPAGATOR fa esattamente questo: «Si tratta di un simulatore d’incendi che, a partire da un innesco, determina in maniera probabilistica come può avanzare il fuoco sulla base di specifici parametri, che vengono forniti dall’utente oppure presi da stazioni di monitoraggio o altri modelli. Per esempio, i dati sull’umidità della vegetazione sono forniti da RISICO, un altro modello sviluppato dalla Fondazione CIMA, che consente d’integrare le informazioni sull’umidità dell’aria e altri parametri meteorologici sui materiali vegetali fini disseccati presenti al suolo », spiega Andrea Trucchia, ricercatore dell’ambito Incendi Boschivi e Conservazione della Biodiversità Vegetale della Fondazione CIMA e primo autore dello studio. «Trattandosi di un modello probabilistico, PROPAGATOR è in un certo senso “meno preciso” rispetto ad altri modelli matematici: di fatto, restituisce una media di probabilità. Lavora però velocemente, permettendo di avere informazioni sui potenziali rischi a piccola scala e sul singolo incendio in tempi rapidi».
Simulare le azioni di lotta all’incendio
Inoltre, una caratteristica specifica di PROPAGATOR è la sua capacità di tenere in considerazione diversi parametri, che si traduce nella possibilità di effettuare simulazioni (o anche analisi retrospettive d’incendi passati) anche su aree estremamente eterogenee. «Alcuni dei principali modelli a oggi a disposizione sono tarati su algoritmi pensati per lavorare su zone ampie e sostanzialmente omogenee dal punto di vista orografico e di vegetazione. La possibilità d’impiegare PROPAGATOR anche in aree disomogenee lo rende particolarmente utile in alcuni territori, come alcune regioni italiane (tra cui la Liguria), in cui la vegetazione è varia e l’orografia spesso complessa», spiega ancora Trucchia.
PROPAGATOR ha già trovato applicazione nel corso degli anni, anche nell’ambito di diversi progetti internazionali (tra cui, per citarne alcuni, ANYWHERE e i progetti Interreg MED-Star e MED COOPFIRE). Nel nuovo articolo, comunque, i ricercatori hanno descritto anche alcune implementazioni del modello. «Tra queste, una delle più importanti è la possibilità d’introdurre le azioni di lotta all’incendio: in altre parole, ora PROPAGATOR permette di simulare le azioni impiegate durante la gestione dell’incendio, come il posizionamento di linee tagliafuoco, e indagare come questo ne possa modificare la dinamica», spiega Trucchia. «In generale, il modello è quindi diventato sempre più versatile, in grado di raccogliere una casistica più ampia e, in ultima analisi, è stato reso più efficace nella gestione e prevenzione degli impatti di incendi boschivi».