Il National Biodiversity Future Center (NBFC) è uno dei cinque centri nazionali dedicati alla ricerca di frontiera che coinvolge istituzioni e imprese in tutta Italia, finanziato nell’ambito del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) per conservare, ripristinare, monitorare e valorizzare la biodiversità italiana e mediterranea.
In cosa consiste il progetto?
Il National Biodiversity Future Center (NBFC) è il primo centro nazionale di ricerca interamente dedicato alla biodiversità. È coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e coinvolge oltre 2000 ricercatori e 48 enti partner impegnati a studiare e preservare gli ecosistemi e la biodiversità del nostro Paese. Per i tre anni previsti dal progetto, dal 2023 al 2025, il centro svolge un’attività di importanza strategica nell’ottica di contribuire a raggiungere i traguardi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile.
Per gestire e sviluppare una rete di collaborazione così complessa, il NBFC è stato ideato seguendo il modello Hub&Spoke. Si articola infatti in 6 spoke tematici dedicati a mare (Spoke 1 e Spoke 2), terre emerse e aree umide (Spoke 3 e Spoke 4) e città (Spoke 5 e Spoke 6). Questi sono supportati da spoke trasversali dedicati a formazione, comunicazione, condivisione della conoscenza, e all’innovazione con lo scopo di trasformare la ricerca in valore per la società (Spoke 7 e Spoke 8).
Il NBFC si focalizza sull’area del Mediterraneo (hotspot di biodiversità) e affronta sfide globali relative alla protezione e al ripristino degli ecosistemi marini, costieri e terrestri. Attraverso un approccio multidisciplinare, individua le strategie efficaci per ridurre la pressione antropica su ecosistemi, specie e popolazioni (anche sostenendo e sviluppando biobanche), favorendo la creazione e l’aggregazione di aree protette e di infrastrutture verdi e individuando soluzioni tecnologiche e gestionali capaci di generare valore ambientale, sociale ed economico.
Il NBFC affronta, inoltre, tematiche emergenti strettamente connesse al benessere della persona come la forestazione e la rigenerazione urbana e l’individuazione di Nature-Based Solution in grado di mitigare problematiche socio-ambientali (inquinamento, calamità ambientali e riscaldamento globale).
L’approccio “One Health” fornisce, infine, una visione integrata di tutte le componenti della biodiversità per la sicurezza e per il benessere e stimola lo sviluppo di nuove figure professionali capaci di affrontare le sfide contemporanee (green job).
Cosa fa Fondazione CIMA?
Come Fondazione CIMA, siamo coinvolti nello Spoke 2 – Solutions to reverse marine biodiversity loss and manage marine resources sustainably. In particolare, il progetto ci vede impegnati a
- Mappare gli ecosistemi pelagici, con specifico riferimento alla distribuzione dei grandi predatori
- Valutare l’impatto/sostenibilità delle attività umane sulla presenza/distribuzione dei grandi predatori marini
- Valutare l’andamento della presenza/distribuzione dei predatori marini con riferimento ai periodi di valutazione previsti dalle convenzioni internazionali
- Prevedere gli scenari di distribuzione dei grandi predatori marini in funzione di parametri ambientali (meteorologici e oceanografici) e proiezioni climatiche
- Migliorare la mappatura e l’osservazione dell’ambiente marino utilizzando i predatori marini come sonde oceanografiche
- Valutare lo stato di conservazione delle popolazioni di megafauna marina e delle misure di conservazione adottate/da adottare
- Valutare lo stato di salute delle popolazioni di predatori marini come indicatori dello stato di salute dei vari ecosistemi presenti nell’ambiente marino offshore