La traversata dell’Amerigo Vespucci e il monitoraggio dei cetacei in collaborazione con Fondazione CIMA

Nel 2023, la celebre nave della Marina Militare italiana ha intrapreso un viaggio intorno al mondo, offrendo un’opportunità unica per la ricerca scientifica. Grazie a una collaborazione tra il Centro del Mare dell’Università di Genova e Fondazione CIMA, è stato sviluppato un protocollo per il monitoraggio sistematico dei cetacei che, durante la traversata, abbiamo testato e sul quale abbiamo formato l’equipaggio, contribuendo a raccogliere dati essenziali per la conservazione delle specie marine.

Nel 2023, quella nota come “la nave più bella del mondo” ha iniziato un giro intorno al globo. Per l’Amerigo Vespucci, celebre nave della Marina Militare, gli itinerari di raggio globale non sono abituali: per le nostre attività di ricerca di biologia marina è stata un’occasione preziosa per migliorare i protocolli di monitoraggio dei cetacei.

All’inizio di ottobre, Paola Tepsich, referente dell’ambito Ecosistemi Marini, ha presentato all’ambasciata italiana di Darwin, in Australia, il lavoro portato avanti sulla Vespucci. Oggi lo condivide anche con noi.

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Monitorare i cetacei in una traversata globale

«L’Amerigo Vespucci è usata principalmente per le campagne di addestramento di allievi e allieve della Accademia navale di Livorno, ma vale la pena sottolineare che la protezione dell’ambiente marino è parte dei compiti istituzionali della Marina Militare», spiega Tepsich. «Per questa ragione, nell’ambito della campagna, la Marina Militare, l’Istituto Idrografico della Marina e il Centro del Mare dell’Università di Genova hanno avviato un progetto di collaborazione per imbarcare anche ricercatori e ricercatrici. È stato chiesto vi fossero anche attività specificatamente dedicate all’avvistamento e agli studi sui cetacei: è qui che Fondazione CIMA è entrata in gioco».

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Da sempre, infatti, il nostro ambito Ecosistemi Marini concentra le sue attività nella ricerca sui cetacei: a partire da quelli che popolano il Santuario Pelagos, che comprende anche le acque savonesi, fino alle specie caratteristiche di mari ben più distanti. La traversata globale dell’Amerigo Vespucci rappresentava un’occasione preziosa per stabilire e aggiornare protocolli di avvistamento validi in diverse aree del mondo. «L’avvistamento sistematico dei cetacei permette di identificare le aree critiche, come zone di alimentazione, riproduzione o migrazione, e quindi potenzialmente di ridurre gli impatti di attività umane come la navigazione, l’industria offshore e la pesca», spiega la ricercatrice. «Affinché i dati siano coerenti e confrontabili, garantendo un monitoraggio valido delle tendenze di popolazione, i movimenti migratori e i comportamenti degli animali, servono però protocolli definiti e condivisi, che devono essere ottimizzati a seconda della regione del mondo in cui vengono applicati».

È stato l’obiettivo del lavoro a bordo della Vespucci. Prima ancora dell’imbarco, Paola Tepsich e i suoi colleghi si sono dedicati a mettere a punto il protocollo che allievi e allieve devono seguire per la raccolta dei dati. «Sono molti gli aspetti da considerare: la tipologia di imbarcazione, come inserire il monitoraggio nei turni delle diverse attività, valutare le postazioni migliori per gli avvistamenti, e ancora fare formazione per facilitare il riconoscimento delle diverse specie a seconda della regione geografica», racconta. Inoltre, in collaborazione con l’Istituto idrografico della Marina Militare, sono state aggiornate le schede di riconoscimento dei cetacei e preparato manuali che, tenendo in considerazione l’area geografica, fornissero informazioni sulle specie più presenti, il modo di riconoscerle, le informazioni da raccogliere.

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In alto mare

Durante la tappa che l’ha portata da Rio de Janeiro a Buenos Aires, una traversata di tre settimane compiuta nel 2023, Tepsich ha testato i protocolli messi a punto e portato avanti attività di formazione per l’equipaggio della Vespucci. «È stata un’esperienza commovente. E anche per me inusuale: con Fondazione CIMA siamo abituati a lavorare a bordo d’imbarcazioni di ricerca, ma l’Amerigo Vespucci è una nave militare, seppure parte dell’arma bianca (priva di armi a bordo). Prevede quindi routine quotidiane che comprendono, per esempio, le assemblee ai ponti e la cerimonia dell’ammainabandiera. Ma questo nulla toglie all’interesse dell’equipaggio per le attività di monitoraggio dei cetacei: non è solo una questione di dovere istituzionale, si percepisce un sincero interesse umano».

Né l’esperienza si è limitata al periodo in mare. Qualche mese dopo, infatti, Tepsich si è occupata della formazione degli allievi che quest’anno si sono imbarcati per compiere la traversata – la prima per questa imbarcazione iconica – dell’oceano Pacifico.

Tepsich ricorda la tappa compiuta con l’Amerigo Vespucci come un’occasione unica: «Il nostro obiettivo, non diversamente dal lavoro che portiamo regolarmente avanti con i traghetti qui in Liguria, è formare l’equipaggio in modo che possa fornire alla ricerca scientifica dati fondamentali per studiare i cetacei – ricordando che molte specie, in diverse aree del mondo, sono a rischio di estinzione e richiedono dunque la massima attenzione. E in quest’ottica, la possibilità di collaborazione durante la traversata dell’Amerigo Vespucci è particolarmente importante, perché attraversa aree del globo che di solito non sono coperte dalle spedizioni scientifiche, più concentrate in prossimità della costa».

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